Cara Simonetta,
è passato parecchio tempo dai nostri incontri bisettimanali
nell'ambito del tuo dolcissimo “Centro dell'Immagine e
dell'Espressione”. E mi sembra di intravedere che dei nostri
contatti di allora: sul trasporto della visione, sull'ineffabilità
del vuoto, sulla musica come astratta libidine, sul sentirsi liberi
dalle formule e dai riti dell'ora, qualcosa sia stata elaborata e
persista nel tuo fare odierno. Il tuo fare che oggi ha acquistato
calibro e maggior discernimento, che soppesa in equilibrio la misura
del tuo porgere col raptus della tua emozionalità.
Utopia for Simonetta
Dear Simonetta,
much time has passed since our twice-weekly meetings in the ambit of
your delightful “Centro dell' Immagine e dell' Espressione”. And I
see that from our contacts of that time: on the transport of vision,
on the ineffability of the void, on music as abstract lust, on
feeling free from the formulas and rituals of that time, that
something may have been elaborated and persists in your current
work. Your work, which has now acquired weight and a greater
discerment, maintaining a balance between the moderation of your
proposals and the force of your emotionality.